Tradizione vissuta in Carinzia

L'inverno in Carinzia è una miniera di antiche tradizioni e usanze tipiche. Avete sentito parlare del Krampus o avete visto i Perchten? No? Allora è giunta l'ora di visitare uno dei mercatini dell'Avvento che creano l'atmosfera giusta per le feste di Natale.

La pace del Natale e le furiose maschere Perchten

Il Natale in Carinzia profuma ancora di incenso, rami d'abete e biscotti alle spezie. Soprattutto nelle valli silenziose e nei paesi il Natale è ancora ciò che era un tempo: una festa di silenzio e raccoglimento con abitudini e tradizioni radicate in un'inverno sommerso dalla neve.

Nikolaus

Gli occhi luccicanti dei bambini aspettano Nikolaus, che il 5 dicembre passa di casa in casa accompagnato da una schiera di angeli e dal "Krampus", un compagno selvaggio e diabolico. Il santo dal mantello rosso e dalla lunga barba bianca come la neve distribuisce regali ai bambini che durante l'anno sono stati bravi. I meno bravi vengono rimproverati dal santo che consegna loro per "punizione" una bacchetta, quasi sempre ricoperta di dolciume.

Perchtgloba

Paura ed emozione accompagnano la comparsa delle Perchten che con le loro spaventose maschere di legno, parrucche arruffate e grida selvagge attraversano i paesi della Carinzia nel periodo natalizio per scacciare l'inverno.

Feste d'Avvento

Ogni domenica di dicembre in ambito familiare si festeggia l'Avvento con particolare raccoglimento. Si leggono storie natalizie e si possono sgranocchiare i deliziosi biscotti di Natale. Fino alla notte di Natale, sulla corona d'Avvento decorata con rami d'abete viene accesa ogni domenica una nuova candela. Solo nella quarta domenica d'Avvento brillano di calda luce tutt'e quattro le candele della corona d'Avvento.

28.12.: Giornata dei bimbi innocenti
Durante la Giornata dei bimbi innocenti i bambini visitano casa per casa le famiglie del paese per "picchiare" gli adulti con bacchette o ramoscelli d'abete. Questa antica usanza dovrebbe portare benedizione e fortuna in casa, per questo i bambini non vengono mai scacciati ma anzi premiati con piccoli regali in denaro, pane, nocciole e mele.

Delizioso e tipico pandolce "Kletzenbrot"
Nella valle Lesachtal le usanze d'Avvento sono ancora vive e sentite come ai tempi della nonna. In quella vallata la gente conosce ancora l'arte di affrontare il periodo più silenzioso dell'anno senza fretta nè stress. Per i numerosi componenti della famiglia la contadina prepara il tradizionale "Kletzenbrot" natalizio, un pandolce ripieno di vari frutti secchi, noci e "Kletzen" (pere seccate). Il "Kletzenbrot" diventa particolarmente croccante se viene cotto nel forno a legna, in appositi cesti.

I cantori della stella
Dal primo al 6 gennaio (Epifania) i cantori della stella vanno di casa in casa travestiti da Re Magi per intonare sacri inni natalizi. Sono preceduti da un "portastella" che regge una lunga asta con la stella rotante. Di sera la stella viene accesa e nelle buie notti invernali serve come indicatore luminoso della strada da seguire. Dovunque arrivano, i cantori vengono accolti con gioia e rifocillati con generosità nostrana. Per proteggere la casa dal male, prima di andarsene i cantori scrivono sulla porta col gesso le iniziali dei Re Magi: K.M.B., tre croci e l'anno appena cominciato.

www.mercatini.carinzia.at

Schermaglia di proverbi per i “Klöckler” (scampanatori).

Per i ragazzi della valle Gegendtal, tra Treffen e Afritz, non è facile fare i “Klöckler”. Gli “scampanatori” in periodo d’Avvento per tre giovedì sera vanno di casa in casa agitando campanacci e facendo un gran rumore, per augurare agli abitanti una buona salute per il nuovo anno. Come vuole la tradizione, i “Klöckler” non vengono subito lasciati entrare, ma vengono dapprima respinti con detti e proverbi. Sta a loro guadagnarsi l’ingresso con versi e canti. Ma una volta entrati, la padrona di casa li accoglie con un sostanzioso spuntino.

Il giorno dell’arrotino.

Il “Roateln” è un’insolita usanza natalizia che si è conservata nelle valli Lavanttal e Görtschitztal. Prima di Natale, tutto ciò che ha una lama viene affilato, e nella Notte Santa viene posto sulla tavola, nascosto sotto una tovaglia bianca. Sopra di essa si dispongono una ciotola d’acqua santa, una candela e un dolce “Reindling” (a base di pasta lievitata con ripieno di zucchero, uva passa e cannella). Le gambe del tavolo vengono avvolte con catene di ferro. La tavola rimane così apparecchiata fino al giorno di Capodanno. Con questo antico rituale i contadini si proteggono dal male e si augurano un anno felice e un buon raccolto.

Benedizione dei cavalli il giorno di Santo Stefano.

In tutte le località della Carinzia che portano il nome di St. Stefan, il giorno di Santo Stefano si usa benedire i cavalli. A St. Stefan nella Lavanttal, per esempio, dopo la tradizionale cavalcata di Santo Stefano ai cavalli viene dato da mangiare pane con sale benedetto. Seguendo un’antica usanza, per salvaguardare i cavalli da malattie e incidenti, si devono compiere tre giri intorno alla chiesa: uno al passo, uno al trotto e uno al galoppo.

“Ante pante” per la candelora.

Ad Eisenkappl/ Železna Kapla si pratica l’antica tradizione del cosiddetto “Kirchleintragen”. Alla vigilia della Candelora, i bambini preparano delle chiesette di carta colorata destinate il giorno dopo ad essere affidate alle acque del fiume. Mentre le chiese illuminate da una candelina danzano e se ne vanno sulle onde del torrente Vellach, i bambini scandiscono una singolare filastrocca: “Ante pante populore, kocle vrate cvilijore”. La prima parte è una versione maccheronica del latino “Ante faciem omnium populorum” (al cospetto di tutti i popoli). La seconda parte è in sloveno e significa: “la porta di Kocl cigola”. Questa simpatica tradizione risale al medioevo, quando il torrente Vellach in caso di forti piogge straripava e allagava la valle. Una volta, in preda alla disperazione, gli abitanti gettarono nelle acque impetuose una chiesetta in miniatura illuminata da una candela, e come per miracolo l’alluvione cominciò a ritirarsi.